In questi giorni si stanno registrando alcune novità sul fronte degli impegni del Ministero della Pubblica Istruzione nel settore dell’innovazione tecnologica, annunciate da una conferenza stampa dei ministri Gelmini e Brunetta, il 28 ottobre scorso, fra cui quella relativa al Protocollo di Intesa siglato fra MIUR e Telecom Italia per la realizzazione di azioni a supporto del Piano Scuola Digitale.
In particolare, avendo impegnato come Garamond molte risorse per la produzione di contenuti didattici digitali, mi ha colpito l’annuncio della sperimentazione di testi elettronici su piattaforma Telecom in istituti superiori nell’ambito del Progetto Cl@ssi 2.0.
Tre domande – come si dice – sorgono spontanee:
1. Quando a proporre “testi elettronici” e contenuti didattici digitali in genere era Garamond ci è stato detto, più volte e in diverse sedi, che nel Progetto Cl@ssi 2.0 non rientravano i contenuti, per non meglio identificati motivi amministrativi. Molte scuole, pur volendo acquistare i nostri, per queste disposizioni finora non l’hanno fatto. Dunque ora questi motivi sono venuti a cadere, o questo impedimento vale per tutti tranne per Telecom?
2. Se, come detto nel comunicato, le scuole che beneficeranno di questo utilizzo sperimentale di testi elettronici fornito da Telecom sono le superiori, come è possibile che già si sappia che è proprio questo genere di sperimentazione che si vorrà fare da parte di quelle selezionate, quando il termine per la presentazione delle candidature per le superiori è scaduto solo lo scorso 22 ottobre e ancora non è noto chi ha ottenuto finanziamenti e per quali progetti?
3. Ma non era stato specificato in una Nota MIUR del 13 ottobre scorso che il Ministero non avrebbe “valutato positivamente proposte di candidatura standardizzate o generalistiche” per Cl@ssi 2.0? Ora invece si fa un accordo con Telecom, generalizzato e con una sola piattaforma per tutti, che prescinde dalla necessità di proporre progetti che siano “espressione dell’autonoma capacità progettuale della scuola”?
Ma, in generale: è mai possibile che si facciano accordi e protocolli con un fornitore di telefonia e connettività che abbiano per oggetto la didattica, i contenuti e la formazione dei docenti, mestiere che altri – Garamond e non solo, ovviamente – fanno da molti anni, in mezzo ad una selva di difficoltà e disincentivi che non sto qui a raccontare? Ai fornitori di telefonia e connettività come Telecom non si dovrebbero chiedere quei servizi, magari a costi bassissimi o zero per tutte le scuole italiane?
Infine, è proprio opportuno che a) il Governo faccia un accordo con b) Telecom Italia per i testi digitali nella scuola, quando quella stessa società ha appena lanciato “Biblet”, una piattaforma per gli EBook, in accordo con un c) Mondadori Editore, che ha già fatto molto discutere? Non ti sembra ci sia qualcosa che non va, indipendentemente dagli interessi e dalla ferma volontà di Garamond di continuare a fare il suo mestiere?
Su questi interrogativi, che noi in Garamond ci stiamo ponendo con preoccupazione e inquietudine per la sorte del nostro lavoro in un contesto così complicato (diciamo così…), ti invito a dire la tua nel nostro Blog o nel nostro gruppo su Facebook.