Il modello generale
La comunicazione è un fenomeno complesso che si articola in varie componenti tra loro dinamicamente connesse:
- Gli scopi per cui si comunica (soddisfare bisogni, indurre comportamenti, trasferire informazioni, manifestare sentimenti…)
- Le persone coinvolte nella comunicazione (emittente: colui che invia il messaggio e ricevente: colui che lo riceve)
- Il contesto entro cui si comunica (luoghi quotidiani, ambienti pubblici, gruppi sociali di vario genere: famiglia, amici, lavoro…)
- La forma: emotiva (riferita alle modalità oggettive con cui l’emittente si pone in rapporto al contenuto), referenziale (riferita al contesto), conativa (orientata verso il destinatario da parte dell’emittente che gli vuol far compiere delle azioni attraverso il messaggio inviato), metalinguistica (finalizzata alla verifica, da parte di emittente e ricevente, della comunanza di codici utilizzati e quindi della interpretazione del messaggio), fatica (finalizzata a mantenere il contatto attraverso i diversi canali e mezzi fra emittente e ricevente), estetica (riferita alla forma del messaggio)
- I segni e i linguaggi usati per comunicare (vedi anche la semiologia)
- Le informazioni che si scambiano nella comunicazione (il messaggio da trasmettere)
- I media (il canale o contatto) attraverso cui si comunica (parlare faccia a faccia, telefonare, scrivere una lettera, guardare la Tv, proiettare lucidi, inviare posta elettronica, chattare…)
Proviamo a entrare maggiormente nello specifico:
Il mittente e il destinatario, innanzi tutto, sono i due protagonisti della comunicazione. Il mittente invia un messaggio al destinatario secondo uno scopo prefissato. Per essere “operativo”, il messaggio necessita di un riferimento ad un contesto, un contesto all’interno del quale riferire il messaggio.
Il contesto determina, a sua volta, la forma secondo cui il messaggio è espresso. Parlare in famiglia non è la stessa cosa che parlare, ad esempio, sul luogo di lavoro. Lo stesso messaggio, riferito a un estraneo o a un amico, risulterà, nella forma, completamente diverso. Il messaggio, inoltre, presuppone l’utilizzo di un codice (il sistema di regole), e di un linguaggio: codice e linguaggio devono essere conosciuti sia dal mittente che dal destinatario. Infine, affinché la comunicazione abbia effetto, è necessario un contatto, cioè un canale fisico o psicologico attraverso cui il messaggio possa passare dal mittente al destinatario. Tutti gli elementi di questo schema sono fondamentali per la riuscita della comunicazione.
I codici
Il codice è un sistema di regole che deve essere conosciuto dai protagonisti della comunicazione.
Un sistema di segni/simboli regolato da codici specifici forma un linguaggio.
Ci sono codici forti che non lasciano il minimo spazio all’interpretazione personale (ne sono un esempio il linguaggio verbale e il linguaggio matematico: il vocabolo della lingua italiana fiore non ha nulla che richiami l’oggetto; il massimo dell’arbitrarietà è raggiunto dai linguaggi formalizzati come quelli della matematica che non lasciano nessuno spazio all’ambiguità o alle interpretazioni personali) e codici deboli; anch’essi si servono di segni aggregati secondo codici e legati a significati comprensibili per tutti i comunicanti; tali codici, però, sono meno rigidi e lasciano più spazio all’interpretazione soggettiva.
La semiologia
Parole chiave
Codice: sistema di regole che deve essere conosciuto dai protagonisti della comunicazione. Conoscere un codice significa saper interpretare i segni nelle due componenti di significato e significante.
Linguaggio: sistema di segni/simboli regolato da un codice specifico
Significante: corrisponde al materiale utilizzato per comunicare, diverso per ogni linguaggio(nel linguaggio verbale è il mezzo fonico o grafico -le lettere dell’alfabeto-, nelle immagini sono linee e colori, nel gesto sono i movimenti… )
Significato: l’immagine mentale, il contenuto che sta alla base del significante. Il significato del segno del segno può assumere valore di denotazione (l’interpretazione più stretta, più letterale del segno stesso) o di connotazione (c’è un legame assai più ampio tra significato e significante, si dà un interpretazione soggettiva al segno in questione).
Codifica: per codifica si intende l’operazione di passaggio dal significato al significante; per decodifica l’operazione di passaggio dal significante al significato.
Segno: è fatto di significante e significato. Nel segno c’è un rapporto arbitrario tra significato e significante. Lettere dell’alfabeto, numeri, note musicali… Non c’è alcun rapporto di necessità tra le lettere (i segni) che formano la parola A L B E R O e l’oggetto in questione.
Simbolo: ciò che sta al posto di qualcos’altro secondo un rapporto di analogia, un rapporto di necessità tra significato e significante. La bilancia rappresenta la giustizia, la colomba la pace. I simboli quindi sono molto più universali dei segni.
Storia
Ferdinand de Saussurre (1857-1913), agli inizi del 900, ha posto le basi della linguistica moderna nel suo “Corso di Linguistica Generale”con l’esposizione teorica del concetto Significante/Significato. Concetto che è stato e resta alla base di tutti i successivi studi che a partire dalla linguistica arrivano fino alle scienze della comunicazione. Il rapporto tra il Significante e il Significato è simile al rapporto che c’è fra la parte anteriore e la parte posteriore di una medaglia; non sono in alcun modo divisibili, ma sono diversi e distinti. Ad ogni Significato corrisponde un Significante e viceversa. Nello specifico il Significante è, possiamo dire, il mezzo fonico o grafico che veicola il Significato della parola in questione. Il fonema o grafema “sole” corrisponde all’immagine mentale del sole, che definisce il Significato.
Al segno, fatto appunto di Significante e Significato, corrisponde poi il referente extralinguistico, un oggetto della realtà, nel nostro caso l’astro in questione.
Nella teoria del segno di Saussurre c’è un aspetto fondamentale: ossia che il rapporto tra Significante e Significato è arbitrario. Non c’è nessuna legge naturale che lega il Significante al suo Significato. In sostanza, non c’è alcun motivo logico, né linguistico, né naturale per cui al grafema “sole” si debba associare l’immagine mentale del sole, ma è in virtù dell’arbitrarietà del rapporto tra Significante e Significato, che il sistema funziona.
Se entriamo nello specifico del linguaggio verbale, possiamo affermare che in ogni testo c’è il significante e il significato: lo schema riportato è di semplice interpretazione.
I testi devono essere coerenti e coesi, corretti, cioè, sia a livello di significato che a livello di significante. La coesione riguarda la dimensione sintattica, il rapporto tra i segni del testo; la coerenza riguarda la dimensione semantica, il rapporto realtà-testo. A livello del significato c’è l’ulteriore distinzione tra testi denotativi, connotativi e pragmatici.
Linee guida per una comunicazione efficace
Per una comunicazione efficace occorre tener conto di vari elementi:
- lo scopo (informativo, ludico, formativo..)
- il target (bambini, adulti, specialisti, la quantità di persone)
- l’informazione (scelta dei contenuti)
- la forma: emotiva (riferita alle modalità oggettive con cui l’emittente si pone in rapporto al contenuto), referenziale (riferita al contesto) , conativa (orientata verso il destinatario da parte dell’emittente che gli vuol far compiere delle azioni attraverso il messaggio inviato), metalinguistica (finalizzata alla verifica, da parte di emittente e ricevente, della comunanza di codici utilizzati e quindi della interpretazione del messaggio), fatica (finalizzata a mantenere il contatto attraverso i diversi canali e mezzi fra emittente e ricevente), estetica (riferita alla forma del messaggio)
- i tempi
- il linguaggio da utilizzare (verbale, iconico, filmico, sonoro, audiovisivo)
- le tecnologie disponibili
Si può provare a variare tra i vari elementi elencati in alto, producendo, quindi tipi di comunicazione ogni volta diversi.
Si potrebbero, ad esempio, provare a ipotizzare varie situazioni:
SITUAZIONE 1: si è fatto un viaggio pessimo e si sente l’esigenza di raccontarlo a qualcuno | SITUAZIONE 2: Non si conosce la strada. Bisogna chiedere le informazioni necessarie per arrivare in piazza | SITUAZIONE 3: un padre rimprovera il figlio | |
scopo della comunicazione | |||
a chi è rivolta | |||
contenuto del messaggio | |||
forma utilizzata | |||
tempi | |||
tipo di linguaggio |
Si può provare a riempire la tabella con le situazioni proposte o con innumerevoli altre.
Risulta chiaro che, variando lo scopo o il destinatario del messaggio o il suo contenuto…, la stessa situazione comunicativa si può evolvere in modi e forme del tutto diverse.
Proviamo ora a considerare gli elementi esposti in precedenza per attuare un intervento comunicativo di natura più formalizzata che abbia la seguente SITUAZIONE DI PARTENZA: un insegnante deve preparare delle lezioni sulla poesia, utilizzando le nuove tecnologie
L’intervento comunicativo va strutturato in tutti i suoi aspetti perché nella didattica non ci si può permettere di improvvisare.
Ecco, in pratica, a puro titolo esemplificativo, quanto è stato realizzato, fase per fase:
– 1 – Occorre partire da una fase quadro che chiarisca, prima dell’intervento comunicativo, le linee generali dell’intervento stesso: scegliere gli obiettivi e l’argomento, identificare il destinatario.
– 2 – Si passa quindi alla fase ideativo-propositiva nella quale si possono distinguere le seguenti operazioni: delimitazione dell’argomento, stesura della mappa concettuale, scelta del linguaggio da adottare, considerazione dei tempi e delle tecnologie disponibili… (questa fase dovrebbe concludersi con la definizione di uno schema complessivo dell’intervento comunicativo).
– 3 – Segue la fase organizzativa nella quale si reperiscono e predispongono strumenti e materiali.
– 4 – La fase realizzativa è incentrata sulla realizzazione del prodotto (stesura del testo verbale, preparazione delle immagini, preparazione di lucidi, realizzazione di ipertesti o ipermedia, … a seconda delle scelte fatte in precedenza).
– 5 – La fase della revisione finale chiude il processo: il prodotto comunicativo viene valutato rispetto a quanto era stato definito durante la fase ideativo-propositiva.