Il concetto allargato di testo
Se parliamo di testo non ci riferiamo sicuramente solo al testo verbale, anche se è il primo che ci viene in mente perché siamo condizionati da secoli di prevalenza di tale linguaggio sugli altri.
Possiamo parlare di testo anche in presenza di manifesti, quadri, fotografie, fumetti, testi particolari che hanno ognuno una propria logica di funzionamento e regole specifiche.
Saper distinguere e compiere azioni di codifica/decodifica delle varie tipologie testuali
- Testo verbale
- Testo iconico
- testo verbo-iconico
- Ipertesto
- Ipermedia
è fondamentale ai fini di una comunicazione efficace.
Occorre, a tal fine, conoscere la ‘grammatica’ e la ‘sintassi’ della tipologia testuale presa in considerazione.
Siamo sicuramente molto più abituati a compiere azioni di questo tipo sul testo verbale che, per secoli, è stato, come dicevamo, il linguaggio dominante.
Oggi, invece, siamo in quella che è definita la ‘civiltà dell’immagine’ ed è necessario aiutare la persona a orientarsi nella civiltà del suo tempo mediante l’acquisizione di codici interpretativi e di strumenti critici che la pongano in grado di cogliere la struttura della comunicazione.
Testi verbali e testi iconici sono estremamente differenti. Vediamo in sintesi le principali differenze:
TESTO VERBALE | TESTO ICONICO |
Logica di tipo sequenziale (la lettura procede in modo lineare, trattando una solo situazione per volta) | Logica di tipo connessionistico (i costituenti sono mostrati simultaneamente, vengono trasmessi molteplici messaggi contemporaneamente) |
Non si può utilizzare il linguaggio verbale se non si fa riferimento alla comunità sociale dei parlanti la stessa lingua | Per il linguaggi visivi non è così. Il linguaggio è molti più universale e mette, allo stesso tempo, in moto livelli estremamente intimi e privati |
Si utilizzano codici segnici che destano meno interesse, tuttavia stimolano a una riflessione maggiore | Il testo iconico attira maggiormente l’attenzione |
vedi anche: le specificità dei linguaggi: il linguaggio verbale | vedi anche: le specificità dei linguaggi: il linguaggio iconico |
Testo verbo-iconico
Quando testo verbale e testo iconico interagiscono la comunicazione diventa sicuramente più efficace, perché si unisce la chiarezza e la forza del linguaggio verbale alla suggestione dell’immagine che riesce a coprire porzioni dello spazio semantico che il linguaggio verbale non riesce a toccare o riesce a esprimere difficilmente.
Esempi di testo verbo-iconico (immagine fissa e parola scritta) sono, ad esempio, il manifesto, il fumetto, il testo informatico.
Vedi anche: le specificità dei linguaggi: il linguaggio verbo-iconico: il fumetto
Ipertesto
E’ nel 1965 che Theodor Nelson conia il termine ipertesto. L’obiettivo è quello di poter disporre on-line di tutta la letteratura mondiale, realizzando una specie di biblioteca universale non limitata ad uno spazio fisico.
L’ipertesto è un insieme di componenti testuali fra i quali sono possibili dei collegamenti (link).
L’utente può navigare tra i collegamenti scegliendo liberamente i propri percorsi. Non esiste un ordine prestabilito: è l’utente che costruisce il suo percorso. In tal modo l’ipertesto altera i rapporti e i confini tra lettore, autore, testo.
L’ipertesto è, in definitiva, un testo che permette una lettura non lineare di un documento creato con un calcolatore. La lettura di un ipertesto è detta navigazione. Attraverso i link, i collegamenti tramite i quali si può passare da un nodo all’altro (il nodo è l’unità informativa di base dell’ipertesto) si può accedere ad un’altra parte del documento stesso o ad un altro documento.
La lettura non è sequenziale, ma permette infiniti percorsi personalizzati. Leggere un ipertesto significa muoversi attraverso il testo in modo attivo; la fruizione è un atto dinamico.
Ci troviamo, quindi, di fronte a qualcosa di totalmente innovativo. La trasmissione delle informazioni, infatti, ha sempre seguito un paradigma lineare, adottando una struttura sequenziale per collegare tra loro le informazioni. Il nostro pensiero, invece, non ha una struttura lineare, ma va avanti per associazioni di idee. In tal modo gli ipertesti si avvicinano molto al modo di ragionare della nostra mente.
Ipermedia
Con ipermedia si indica un multimedia a struttura ipertestuale con integrazione di più codici espressivi all’interno del testo. La cultura dei media è caratterizzata dall’integrazione sensoriale, linguistica e tecnologica tra parola, suono, immagine, che fanno riferimento ad alcune forme dominanti della comunicazione audiovisiva, quali la simultaneità, la complessità, l’analogia. Possiamo così definire un ipermedia come un assemblaggio di vari media (il libro, la voce, la musica, le immagini fisse, i filmati) in un ambiente non sequenziale, con possibilità di personalizzazione dei percorsi.
multimedialità ovvero utilizzo di vari media | + | Ipertestualità Possibilità di personalizzazione dei percorsi | = | Ipermedia |
Il medium naturale per l’ipermedia è il computer, così come la carta per il libro. Il centro, naturalmente, non deve essere la tecnologia a scapito dell’uomo. L’obiettivo è quello di puntare verso una tecnologia antropomorfa, nel senso che è indispensabile che la didattica guardi alla tecnologia come uno strumento per pensare e non ne resti succube. La centralità del mezzo cede così il passo alle funzioni che questi nuovi ambienti attivano. E’ il soggetto a plasmare la tecnologia, facendola aderire alle sue esigenze.
La metafora degli ipermedia è quella della navigazione che avviene mediante una serie di associazioni tra testo, suono, immagini, mediate quei click del mouse che rappresentano i “fili di Arianna” del percorso che si sceglie di seguire.
L’importante è non “perdersi”: per questo è importante progettare un buon ipermedia: la capacità di di immagazzinare un’enorme quantità di dati non è certo la maggiore potenzialità di questo nuovo ambiente, quanto l’interattività, l’individualizzazione dell’apprendimento, la creatività; è quindi fondamentale progettare bene tutte le fasi che precedono la realizzazione informatica vera e propria dell’ipermedia.
La specificità dei linguaggi
Ogni linguaggio si basa su una sua grammatica e sintassi. Qui si prenderanno in considerazione e si approfondiranno le principali regole di composizione di alcune tipologie di testo:
linguaggio verbale | linguaggio iconico | linguaggio verbo-iconico: il fumetto | linguaggio audiovisivo-cinetico |
Linguaggio verbale
Obiettivo fondamentale della lingua italiana è quello di far conseguire la capacità di usare, in modo sempre più significativo, il codice verbale, e quindi di comunicare correttamente in lingua nazionale a tutti i livelli, dai più colloquiali e informali ai più elaborati e specializzati.
Bisogna, cioè, saper leggere e produrre testi scritti a fini diversi.
I testi di ogni tipo, prodotti o letti, si possono raggruppare in tre grandi categorie:
- Testi denotativo-razionali (osservare la realtà dal punto di vista denotativo e verbalizzarla significa produrre testi che hanno lo scopo di informare: cronache, relazioni, descrizioni di ogni tipo)
- Testi pragmatico-sociali (produrre e capire testi persuasivi, regolativi, pratico-strumentali)
- Testi espressivo-estetico-letterari (testi che hanno il fine di connotare: esprimere, cioè, impressioni e stati d’animo. Il testo di tipo connotativo più completo, ai fini dello studio del funzionamento della connotazione, è il racconto, nel quale si ha la “fabula” – i fatti che si succedono nel racconto – e le “scene” o “unità espressive”, che sono nuclei fortemente connotativi che si possono succedere nel racconto. Il testo connotativo per eccellenza è la poesia).
In ogni testo si possono trovare:
- Il narrare (dati strutturati nel tempo)
- Il descrivere (dati strutturati nello spazio)
- L’argomentare (dati strutturati secondo rapporti logici)
Linguaggio iconico
Nel testo iconico i costituenti sono mostrati simultaneamente. Si tratta di un linguaggio molto più universale di quello verbale e molto più in grado di attirare l’attenzione.
Per comprendere il linguaggio iconico occorre conoscere alcuni elementi fondamentali che lo strutturano e su cui si basa qualsiasi immagine.
Tra i principali ci sono:
L’inquadratura
- FI è la FIGURA INTERA: il personaggio si vede per intero;
- PA è il PIANO AMERICANO: dalle ginocchia in su;
- PM è il PIANO MEDIO: dalla vita in su;
- PP è il PRIMO PIANO: dalle spalle in su;
- PPP è il PRIMISSIMO PIANO: si vede solo il volto;
- DT è il DETTAGLIO: si vede solo un particolare del corpo;
Il campo
- CAMPO MEDIO: sotto i 30 metri;
- CAMPO LUNGO: oltre i 30 metri;
- CAMPO LUNGHISSIMO: fino all’orizzonte;
Linee e masse
Ci sono immagini che hanno una prevalenza di linee orizzontali (che danno un senso di calma e silenzio), di linee curve (che danno un senso di movimento, fretta) o di linee verticali/oblique (che danno un senso di tensione verso l’alto).
Anche la distribuzione delle masse deve essere fatta secondo scelte opportune.
Luci e ombre
Luce di taglio, frontale, controluce, diffusa, danno all’immagine una connotazione ogni volta diversa.
I colori
Anche l’uso opportuno di colori caldi o freddi connotano l’immagine in modo particolare: i colori caldi danno un senso di luminosità, allegria e calore; i colori freddi danno un senso di tristezza, lontananza, malinconia.
Il fumetto
Il fumetto è stato il primo messaggio multimediale che, insieme al cinema, ha fatto da ponte tra il linguaggio verbale e il linguaggio iconico, due linguaggi tra loro molti diversi.
E’ linguaggio autonomo perché immagine e testo nel fumetto interagiscono in modo tale che il linguaggio risultante non è la semplice somma dei primi due, ma è un linguaggio nuovo, del tutto originale.
Il fumetto ha lo scopo di raccontare una storia e questa narrazione avviene per mezzo di tante vignette. La vignetta usa, appunto, sia il linguaggio delle immagini che il linguaggio verbale.
Anche la vignetta ha dunque una sua grammatica e una sua sintassi:
Grammatica della vignetta
- Inquadrature e campi
- Linee di contorno delle vignette
- Nuvolette
- Metafore
- Onomatopee
- Linee cinetiche
Collegamenti tra vignette
Logici:
- Spazio bianco
- Appoggiature
- Cartigli
- Freccette
Spaziali:
- Zoomata
- Ingrandimento
Temporali:
- Flash back
- Flash forward
- Montaggio parallelo
Linguaggio audiovisivo cinetico
Il linguaggio audiovisivo-cinetico si poggia sui codici dell’inquadratura e del montaggio.
Molti sono i collegamenti che è possibile individuare con il linguaggio iconico, laddove si parla di Figura Intera, Piano Americano, Primo Piano… per quel che riguarda l’inquadratura o anche con il linguaggio verbale: tecniche quali il Flash-back, il Flash-forward, il Montaggio Parallelo, il rallentamento, la zoomata, è possibile ottenerle attraverso le parole o attraverso il montaggio in sequenza delle immagini.
Il principio su cui si fonda il montaggio è quello della implicazione reciproca delle inquadrature. In base alle esigenze comunicative si operano i collegamenti delle inquadrature tra loro, disponendole in successione in modo da formare scene e sequenze.
Le inquadrature si richiamano tra loro per relazione di causalità (accostare l’inquadratura di un vaso rotto e di un pallone con quella di un bambino spaventato richiama alla mente la relazione causa-effetto: il bambino è spaventato perché ha rotto il vaso della mamma) o per relazione di analogia/contrasto di forma, contenuto, ritmo, colori. La relazione può riguardare lo spazio o anche il tempo (non necessariamente in ordine cronologico).
Fondamentale è anche la “puntaggiatura”, vale a dire gli elementi di passaggio da un’inquadratura all’altra (dissolvenze, stacchi netti, variazioni cromatiche)