Premesso che dinanzi a tanta confusione, elusione, evasione, ecc., di cui prendiamo atto, abbiamo voluto giocare con le terminologie per avvicinarci a quello che è il sano scopo di molte aziende, ovvero la capacità di non perdere eventuali vantaggi spettanti di diritto, detto anche lecito risparmio d’imposta. Scopriamo quindi come ottimizzare al meglio la gestione fiscale aziendale.
Che cos’è l’elusione fiscale
L’elusione è una pratica svolta dal contribuente adottata unicamente allo scopo di ridurre il proprio obbligo tributario. Tali manovre sono di per sé lecite, tuttavia possono costituire reato se è dimostrata l’applicazione delle stesse al solo ed unico scopo di ridurre il carico tributario.
Da come si evince da queste prime righe, ci troviamo in una zona grigia dove è molto complesso distinguere chi applica determinate manovre al solo scopo di ridurre il carico fiscale e chi invece le applica in maniera del tutto naturale nei processi della propria azienda.
Questa incertezza da un lato lascia ampio spazio di manovra nell’usare gli strumenti a disposizione, dall’altra conserva la possibilità di essere sottoposti sotto la lente di ingrandimento e magari disperdere energie e risorse per dimostrare la propria salute aziendale.
Sanzioni per chi fa elusione fiscale
L’elusione fiscale non è penalmente perseguibile tuttavia può costituire un illecito amministrativo e di conseguenza prevedere delle pene amministrative.
In particolare l’Agenzia delle Entrate potrebbe valutare come elusive alcune operazioni e di conseguenza allineare tale operazione alla norma applicabile dell’art. 10-bis L. 212/2020, in particolare se sono presenti le seguenti casistiche:
- Individuazione di una o più operazioni senza sostanza economica;
- Il conseguimento di vantaggi fiscali;
- Assenza di valide ragioni extra-fiscali che ne giustificano l’uso del mezzo;
Pronuncia della Corte di Cassazione
Ma come sappiamo la materia legale è fatta di mille sfumature e interpretazioni, vediamo quindi la pronuncia in Corte di Cassazione.
“in materia tributaria, l’operazione economica che abbia quale suo elemento (non necessariamente unico, ma comunque) predominante ed assorbente lo scopo elusivo del fisco costituisce condotta abusiva ed è, pertanto, vietata allorquando non possa spiegarsi altrimenti (o, in ogni caso, in modo non marginale) che con il mero intento di conseguire un risparmio di imposta, incombendo, peraltro, sull’Amministrazione finanziaria la prova sia del disegno elusivo che delle modalità di manipolazione e di alterazione degli schemi negoziali classici, considerati come irragionevoli in una normale logica di mercato e perseguiti solo per pervenire a quel risultato fiscale, mentre grava sul contribuente l’onere di allegare l’esistenza di ragioni economiche alternative o concorrenti che giustifichino operazioni in quel modo strutturate” (Cass. Civ., sez. V, n. 5090/2017)
Da questa citazione ci sembra tutto allineato a quello già detto, per cui evitando le sole azioni che non hanno alcun fondamento di concretezza possiamo stare sereni.
Esempio pratico di elusione fiscale
Se ad esempio siamo possessori di un immobile, di cui la norma prevede una tassazione alla vendita del 35%, ed eseguiamo un passaggio dell’immobile ad una società quotata in borsa per poi rivendere l’immobile attraverso le azioni tassate al 20%.
Difatti in questa casistica notiamo come il passaggio operativo è stato eseguito unicamente allo scopo di ottenere uno sgravio fiscale dal 35% al 20%.
Quella appena citata può essere inquadrata come elusione così come potrebbe esserlo l’inquadramento fiscale di un lavoratore autonomo come società unipersonale al solo scopo di ottenere maggiori possibilità di detrazione e deduzione dei costi.
Differenza tra elusione ed evasione
Per chi vuole comprendere meglio anche questa differenza possiamo dire che, l’evasione fiscale è un comportamento che cerca di occultare o contrastare il prelievo fiscale, mentre l’elusione fiscale è un abuso del diritto al solo scopo di avere degli sgravi fiscali.
Il lecito risparmio d’imposta
Degna di nota è questa sottile differenza tra il comportamento che induce al reato ed il legittimo risparmio d’imposta, ovvero quando un soggetto utilizza degli strumenti messi a disposizione dall’ordinamento che consentono un onere tributario inferiore. Presto realizzeremo una guida dei principali strumenti a disposizione delle aziende per il lecito risparmio d’imposta.